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Riflessioni sul Diabete


Tenere sotto controllo il diabete ogni giorno richiede uno sforzo di volontà ed è importante motivarsi per tenere duro ed andare avanti, anche di fronte agli insuccessi. Il diabete influisce su tutti gli aspetti della vita, che si tratti di lavorare, guidare un'auto o viaggiare.

A proposito del viaggiare e delle vacanze, riportiamo alcune riflessioni pubblicate da Luisa Codeluppi, insegnante, scrittrice e diabetica tipo 1 da molti anni, tratte dalla sua pagina di Face Book: 'Lu la mia vita col diabete 1'.

"Nella valigia.

C'è qualcuno che viaggia e viaggia bene. Io ho viaggiato tanto e ho viaggiato male. Ora lo faccio meno. In qualsiasi tipo di vacanza la difficoltà nella gestione del diabete di tipo 1 per me aumenta. Forse perché concepisco il viaggio come una pausa dal quotidiano. E il mio diabete esige, invece, una quotidianità quanto più possibile regolare. Io penso alla vacanza come a un tempo non programmato. La mia malattia esige una programmazione maniacale. Vedo da sempre la vacanza come immersione spontanea nei ritmi del posto in cui mi trovo. La mia malattia mi vuole imporre i suoi. In viaggio vorrei essere più libera di mangiare ciò che mi va. Assaggiare, cedere alla gola. Questa patologia pretende di conoscere a priori i carboidrati, i grassi, i pesi degli alimenti e i tempi di metabolizzazione, per un'immediata conversione del cibo in unità di insulina. Tutto inconcepibile quando gli occhi e la pancia pretendono, in un clima leggero. La vacanza per me è muovermi come e quanto mi va. Il diabete vuole sapere in anticipo quanta attività fisica farò, vuole calcolare il dispendio di zucchero, per poi farmi gestire il recupero. Vuole conoscere a quale livello l'eccesso di fatica mi porterà all'Iperglicemia. Il mio diabete fuori casa diventa cattivo -più del solito-. Non gli piace la deviazione dalle regole. Non vuole che io sia me stessa, in modo diverso. E così mi impone una fatica ingiusta. Difficilmente comprensibile. Difficilmente spiegabile. Assolutamente non accettabile (da me sempre rimossa, a vacanza terminata, per ripulirne i ricordi). C'è chi concepisce la vacanza in modo diverso. C'è chi gestisce gli strumenti della malattia in modo migliore. C'è chi ha la mia stessa malattia, ma più semplice, col supporto di qualche salvifica isola pancreatica sopravvissuta alla strage. C'è chi è più bravo. C'è chi si adatta meglio. Ma il mio sguardo ha per confine il mio corpo e può addentrarsi solo nella mia anima. E così, quando si dice "il viaggio è solo mio", per me è vero, anche se in un senso particolare. Il viaggio intimo -quello del pensiero, della lettura, della scrittura, dell' ascolto- è più semplice. Solo in quello sono padrona di me stessa."


Se volete scrivere dei commenti, riflessioni ed esperienze saranno ben graditi.

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